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da Vinca a Pizzo D’Uccello e Punta Tre Uomini (1329 m)

Categoria
Alpinismo
Date
Sabato 25 Maggio - Domenica 26 Maggio
File Allegato

CAI Nusco - Alpi Apuane - A

Direttori:

  • Ivan Del Vecchio - 339.2410365
  • Gaetano Izzo - 348.4638302

Logistica

PARTENZA: ORE 13:00 di Venerdì 24 maggio

MEZZO DI TRASPORTO: AUTO PROPRIA 

 PRANZO: AL SACCO, BARRETTE ENERGETICHE, ADEGUATA SCORTA DI ACQUA.

COSTI: DA SUDDIVIDERE IL COSTO DEL VIAGGIO TRA I COMPONENTI DELLE AUTOVETTURE - PERNOTTAMENTO DA DEFINIRE IN BASE AL NUMERO DEI PARTECIPANTI E LOCATION

 NOTE:

ESCURSIONE SOLO PER SOCI CAI - NUMERO MAX PARTECIPANTI 8 OBBLIGATORIA LA PARTECIPAZIONE ALLA PRESENTAZIONE DELL’ESCURSIONE IN SEDE VENERDI’ 10/05/24  

 N.B.

L’escursione comporta un certo grado di rischio non eliminabile, le possibilità di assicurazione su traversi e cenge non sono possibili ed una scivolata potrebbe risultare fatale essendo in totale esposizione.
E’ quindi richiesta, prima dell’adesione, un’attenta lettura della scheda di presentazione, consapevolezza delle proprie capacità e un comportamento responsabile. Gli accompagnatori si impegnano a fornire indicazioni ma non possono essere ritenuti responsabili della condotta dei singoli partecipanti. Gli aderenti riconoscono di partecipare all’escursione a proprio rischio e accettano di non perseguire gli accompagnatori o l’associazione per eventuali incidenti o lesioni durante l’escursione. 

I° giorno - Pizzo d'Uccello per cresta Nattapiana

  • – Difficoltà: D
  • – Dislivello: 1140m.
  • – Durata:  8 ore (soste escluse)
  • – Distanza:  9,1 Km 

II° giorno - Punta 3 uomini da Vinca

  • – Difficoltà: EE
  • – Dislivello: 1065 m.
  • – Durata:  6 ore (soste escluse)
  • – Distanza:  13,5 Km

 

Note descrittive

I° giorno - Pizzo d'Uccello per cresta Nattapiana

L’itinerario parte da Vinca (808 m) e per il sentiero n° 190 si raggiunge Punta Nattapiana (1.288 m). Da qui si sviluppa lungo la bellissima cresta rocciosa che conduce alla vetta del Pizzo d’Uccello (1.781 m.), per poi discendere per la via normale fino alla Foce di Giovo (1.500 m), e poi per sentiero n° 175 ritornare a Vinca.

Percorso faticoso, lungo e mai banale, con arrampicata di I° e II°, qualche passaggio di III°. Tre doppie con anelli già allestiti con chiodi/cordini. Roccia abbastanza marcia; Indispensabile l’utilizzo di una mezza corda da 50 m. Il percorso ci impegnerà con diversi saliscendi sulle rocce, con qualche passaggio in cui dovremo utilizzare le mani (II° grado), e tre salti rocciosi che discenderemo calandoci con l’ausilio della corda. 

  - Itinerario alpinistico tra i più difficili delle Alpi Apuane nella lunghissima Cresta di Nattapiana, solo per escursionisti molto esperti con attitudini alpinistiche, indispensabile ottima visibilità e meteo stabile. La cresta lunga oltre 2 km è priva di indicazioni o segnatura, è caratterizzata da numerosi passaggi di 1°, 2° e qualcuno di 3° con notevole esposizione su terreno infido e sdrucciolevole, non vi sono vie di fuga per abbandonare la lunga cavalcata.

Sono previste 3 calate in corda doppia a distanza ravvicinata tra loro:

  • 1° calata dal monte Bardaiano, circa 15 metri in grande esposizione
  • 2° calata da una paretina obliqua di 5/6 metri (alcune relazioni dichiarano facoltativa la discesa in doppia, ma la placca si presenta povera d’appigli e problematica da disarrampicare, il versante nord della cresta è in estrema esposizione e conviene non rischiare)
  • 3° calata di circa 15 metri su cresta ben scalinata di 2°, è la più facile delle tre ma conviene farla in sicurezza con l’ausilio della corda.

Seppur classificate di grado alpinistico F, risultano molto infide e pericolose:

  1. La salita del ripido pendio molto sdrucciolevole e privo di appigli alla Cima q.1.651
  2. Il lungo traverso obliquo sotto il Pizzo d’Uccello, lo percorriamo appena oltrepassata la Cima q.1651 lasciando momentaneamente la Cresta di Nattapiana e collegandoci allo Spallone sud/ovest q.1655, l’esilissima cengia su placche e fini detriti rocciosi consente a malapena l’appoggio del piede e non vi sono appigli per le mani, sotto di noi c’è una discreta esposizione. Nella seconda metà del traverso sono presenti qualche recente spit e un sottile fatiscente cavo lungo pochi metri, utile solo come riferimento della posizione e da evitare assolutamente di utilizzarlo.
  3. La salita finale dallo Spallone sud/ovest q.1.655 fino la vetta del Pizzo d’Uccello, generalmente l’ascesa è menzionata come “facile” perché non vi sono difficoltà tecniche, ma il pendio è ripidissimo e instabile causa piccoli detriti rocciosi, possiamo provocare scariche di sassi a chi ci segue.

Materiale necessario 

  • 1 corda da 50 metri per calata in doppia
  • Imbrago, discensore, casco
  • Qualche moschettone e fettucce varie che possono sempre tornare utili. 

  

II° giorno - Punta 3 uomini da Vinca

Si parte dal Ponte di Monzone (450 m), sul torrente Lucido, per il sentiero n° 196 che conduce alla via di Lizza del Balzone. Il primo tratto è una stradina in salita che ci porta in pochi minuti all’ingresso della valle della Canalonga. La salita diventa progressivamente più ripida e iniziamo a scorgere, sulla destra in alto, la terrazza panoramica posta di fronte al Balzone (Belvedere). Per un breve tratto di facili roccette la via di lizza diventa progressivamente più degradata e poco dopo, percorriamo un tratto boscoso nel quale seguiremo i poco evidenti segni della via di lizza. La ripidità aumenta, superiamo un brevissimo tratto in cui la via di lizza è franata aiutandoci con le mani nei pressi della parete del Balzone da dove possiamo vedere bene il tratto della via di lizza intagliato nella parete e la terrazza panoramica. In alcuni tratti il tracciato richiede di aiutarsi ancora con le mani ma non c’è esposizione e comunque un cavo metallico aiuta nella progressione. Questo cavo continua anche nel tratto successivo, molto ripido, addossato alla parete, poiché a destra è cresciuta della vegetazione, Il panorama è molto affascinante. Percorreremo il tratto finale, molto ripido, con un orrido canale a destra per poi prendere il sentiero n° 39 ed un ultimo tratto fuori sentiero fino alla Punta Tre Uomini (1.329 m). Poi ritorneremo indietro per riprendere il n° 39. Da qui entriamo nel bosco e cominciamo la discesa. Il primo tratto per ripidi tornantini scalinati con uso di una corda d’acciaio, successivamente inizia una parte di sentiero più agevole e largo cui segue un tratto attrezzato con corda metallica. Giunti su un ponte sul Lucido, attraversiamo un castagneto e dopo poco arriveremo alla Madonna dei Cavatori. Continuiamo a scendere fino ad una fontana e ad un bivio presso una casa con le indicazioni dei sentieri, saliamo a destra e siamo subito presso i lavatoi e la chiesa di Vinca. 

 - La parte più suggestiva della lizza del Balzone è dopo Quota 800, quando la “cengia artificiale” risale obliqua nella parete nord/est del Balzone, larga 2/3 metri è attrezzata con cavo corrimano, sotto di noi il vuoto nella valle di Canalonga è totale.

- Molto raccomandata la piccola deviazione che conduce al Belvedere, magnifico terrazzo panoramico a strapiombo sulla valle Canalonga e vecchia stazione di arrivo della teleferica in uso alle cave del monte Borla.

- La salita alla Punta Tre Uomini la facciamo a vista risalendo la dorsale ovest, segni e tracce di passaggio assenti.

- Purtroppo se non si dispongono di due automobili, bisogna percorrere oltre 3 km di strada asfaltata e 12 tornanti, che da Vinca scendendo ci riporta al punto di partenza. 

 

 

Note

Obbligo della prenotazione ai Direttori di Escursione.
I Direttori di escursione si riservano la facoltà di modificare il percorso o annullare l’escursione in base alle condizioni meteorologiche o di qualsiasi altra natura, che ne possano impedire lo svolgimento in condizioni di sicurezza o escludere eventuali partecipanti con attrezzatura/abbigliamento inadeguato.

Per tutto quanto non qui specificatamente indicato si richiama l'osservanza delle Norme e Regolamento di escursione del CAI Avellino pubblicate al seguente Link:
http://www.caiavellino.it/index.php/escursionismo